Page 4 - Solchi nell'acciaio - Interattivo
P. 4

Solchi nell’acciaio                                                                Luca Tescione


                                                     Prefazione


                  Cosa sono venuto a fare su questo pianeta?
                  L’intera  silloge  sembra  sottintendere  tale  domanda  e  lo  fa  per  14  volte,

                  quante sono le poesie e quanti sono i temi sociali che vengono affrontati,
                  invitando il lettore a non rimanere passivo.


                  Riuscire  a  tracciare  un  solco  e  lasciare  un’impronta  in  questo  mondo
                  tendenzialmente superficiale, che corre, corre e ancora corre, nemmeno si
                  sa  bene  verso  cosa,  è  la  preghiera  nei  confronti  di  chi  leggerà  i  versi  di

                  questa raccolta, affinché possa anche solo per qualche minuto indugiare sul
                  come contribuire in prima persona a migliorare l’ambiente circostante.


                  Versi  come  “Non  ricordo  più  il  silenzio,  come  soffrivano  i  cuori  per  le
                  altrui pene” e “Non può ripetersi ogni storia, non possiamo uccidere per
                  sempre,  non  dobbiamo  soffrire  senza  alzare  la  testa”,  chiamano  ad  una

                  presa di coscienza in grado di rallentare i ritmi frenetici che fanno alludere,
                  quasi, ad un tanto “tutto poi passa, tanto vola via, rimane solo un pensiero
                  leggero, senza azioni, senza colpe, senza espiazioni, senza rimedi.”


                  Risuona  un  urlante  e  accorato  appello  a  conservare  la  propria  umanità  e
                  ricominciare  ad  aiutare  il  prossimo,  partendo  da  piccoli  gesti  “perché
                  nessuno  si  accontenti  di  vivere  senza  scoprire  come  tendere  la  mano  al

                  vicino… senza difendere chi si sente perduto e abbandonato.” La guerra
                  non è un gioco, anche se spesso così sembra che vogliano farci credere, per
                  cui  ciascuno  ha  il  dovere  morale  di  aprire  gli  occhi  e  avere  una  visione

                  chiara sul ruolo che deve ricoprire “dopo che un Olocausto ha provato a
                  insegnarci per anni, dopo che un Muro è crollato e un'unione globale ci
                  han fatto credere potesse esistere.”


                  Semplici  azioni,  come  respirare  profondamente,  per  evitare  di  lasciarci
                  sfuggire  la  bellezza  quotidiana  che  si  perde  nelle  altrettanto  quotidiane

                  difficoltà, o tornare la sera a casa e ascoltare con attenzione, nonostante la
                  stanchezza, le parole dette da chi ci apre la porta, possono consentirci di
                  non abbandonare al suo destino il pianeta che ci ospita e non essere ostili
                  verso  un  “nemico”  che  “arriva  su  barconi  per  rapirmi  l’aria,




                                                                                                            1
   1   2   3   4   5   6   7   8   9